Una città del ben-essere, del
ben-vivere, del ben-mangiare, in cui il centro sia la scuola e la formazione,
in cui avere un figlio sia un valore che viene sostenuto dalla comunità, in cui
gli anziani e i fragili siano valorizzati, in cui la salute sia un diritto, una città che offra infrastrutture per ”inventarsi
lavori”, una città eco sostenibile, un città che favorisca l’incontro di
giovani, di idee, di laboratori creativi, di cultura. Non è una città utopica
questa descritta ma possibile se…. riusciremo ad eliminare un virus! Un virus
che da decenni ha infettato e permeato il nostro tessuto sociale e impedito di
divenire comunità forte, cives, rete solidale e attiva: il virus della
benevolenza!
Il virus della benevolenza nel concreto
significa gestione padronale e paternalistica del potere, in cui il diritto
scompare o si riduce al lumicino e il “favore” diviene la prassi, la “forca
caudina” cui devi sottostare se hai un bisogno, un’idea, un progetto.
La trasmissione di questa infezione avviene con un
meccanismo collaudato. Vi è il potente, che nella realtà ha un certo potere di
elargire favori (o meglio fa credere di avere tale potere) e vi sono persone
che hanno “bisogni”.
Il consenso diventa così uno scambio (per carità…. non
esplicito! ): il tuo voto in cambio di … benevolenza (traduci favori). In
questo processo non esiste differenza tra la destra o la sinistra. I
politici che usano la “benevolenza” si aggregano trasversalmente, creano
facilmente e naturalmente una sorta di “cooperativa”, in cui avvengono scambi
osmotici trasversali, che diventano stampelle reciproche per l’unico scopo che
tutti, dichiaratamente, hanno: mantenere il potere sui vassalli. Consorteria
di potere. In questa realtà lo slalom destra-sinistra-centro -destra-sinistra
ecc… diventa facile, naturale, sfacciato, osceno: ciò che conta è stare al
potere!
Ecco il ragionamento del politico che usa il virus: “Io porto i “miei voti”
ovunque sto, ho le persone infettate con la mia “benevolenza”, che mi sono
“debitrici e debitori”. E se non hanno ricevuto nulla …. li tengo comunque in
pugno perché…. meno funziona la macchina dei diritti e più hanno bisogno
di me! “
Il virus della benevolenza, ha radici antiche
nell’idea feudale di padrone e vassallo. Facile altresì criticare chi chiede
benevolenza quando tu appartiene a quel gruppo di persone che non ha bisogno di
chiedere favori ai politici. Non per merito ma perché gli studi, la
professione, le capacità imprenditoriali hanno permesso di farti essere
autonomo, hanno regalato una maggiore capacità di soddisfare i tuoi bisogni.
Ovvero hanno dato occhiali per decodificare la dinamica del bisogno.
Il virus della benevolenza, vero protagonista di
questo mio dire ha un antagonista: IL CITTADINO. Un cittadino che riconosca
come questo virus stia uccidendo la democrazia e decide di indossare la
mascherina, di disinfettarsi le mani, divenendo protagonista nel costruire la
sua città, avendo il coraggio di metterci la faccia e di dire BASTA!!! Non
più benevolenza !
Non favori ma diritti riconosciuti. Non decisioni
dall’alto ma ascolto, analisi dei dati, dialogo costruttivo, attento
rispettoso, continuo. Non più telefonate che vorrebbero dire vicinanza ma che
di fatto raccontano l’opposto, un modo di fare paternalistico, di chi si arroga
il diritto di avere la verità e di sapere come quando e a quali dosi
distribuirla “ai poveri cittadini”. Un modo di fare che racconta un messaggio
inequivocabile: “Io so cosa ti serve, tu obbedisci e vieni alla festa da ballo
che ho organizzato in piazza. Ti faccio divertire .Se poi vuoi mangiare a poco
costo c'è anche il McDonalds. Come potresti mai lamentarti? Il potere e
la città sono cosa mia… tu chiedi e richiedi e forse prima o poi ti
concederò qualcosa. E comunque guardati bene dall’accudire i disabili,
dal cercare di reinserire i carcerati nel contesto sociale, dall’andare
incontro agli immigrati. Queste cose le faccio fare a chi lavora per
me con la mia “benevolenza”, nei modi e nei tempi che io decido. Non ho tempo
di ascoltare, non mi serve. Io so cosa serve e tu … hai bisogno di me ”.
Vi sentite rispettati in questo modo di fare?
Ci state bene nell’essere considerati figli
“sciocchini” ?
Oggi Civico22 e il suo indiscusso
leader e promotore Angelo Moretti, ci stanno facendo risvegliare dal sonno che
il virus aveva indotto. Stanno stimolando persone che avevano impiegato le loro
intelligenze lontano dalla politica e dalla città a ritornare. Civico 22 è la
mascherina che può sconfiggere il virus della “benevolenza” e contribuire a
ridare “salute” a questa splendida città.
A tuti noi essere “volti” che testimonino la voglia di costruire una polis
in cui la stella polare siano i diritti, la solidarietà, il rispetto
dell’altro, del più fragile della natura. Volti che riscoprano l’entusiasmo di
essere beneventani, mostrando a tutta l’Italia che Benevento può divenire il
posto più bello dove vivere!
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