La
corsa di Civico 22 verso Palazzo Mosti è ormai iniziata. Il movimento civico, dopo
un intenso lavoro iniziato fin dal dicembre 2019 e finalizzato all’appuntamento
delle elezioni amministrative, è lì, pronto a sprigionare l’energia prodotta in
mesi di incontri, di studi, di idee circolanti e vive. La proposta che è uscita
fuori da questo duro “allenamento” è una proposta del tutto innovativa per
questa città perché ribalta completamente l’approccio classico al tema
dell’impegno politico a cui siamo abituati ormai da decenni: si parte dagli
indispensabili 22 metri di vicinanza non per creare un piccolo orticello di
benessere o piccole oasi di presunto benvivere, ma per realizzare un sistema in
cui tutti i 22 metri che trovano spazio nel territorio comunale di Benevento
siano legati tra loro nell’unica ottica della soddisfazione del bene comune.
In
questi ultimi giorni, riflettendo sulla proposta di Civico 22 e sul percorso
fino ad ora tracciato, non ho potuto non ricollegarmi – anche in rapporto alla
gara elettorale del prossimo futuro – alla mia lunga esperienza di atleta e di
quattrocentista. Come ben sanno gli amanti dello sport in generale, oltreché
dell’atletica leggera in particolare, il giro di pista dei 400 metri si
contraddistingue per l’estrema difficoltà dello sforzo fisico richiesto, che è
valsa alla stessa gara la denominazione di “giro della morte”. Puoi essere un
superprofessionista da Olimpiade o un semplice amatore della pista e della
corsa, ma sai che in ogni caso durante i 400 metri dovrai soffrire: da almeno metà
gara in poi e via via in crescendo, fino all’arrivo, dovrai fare i conti con
l’acido lattico, un mostro velenoso e invisibile che ti appesantisce i muscoli
come macigni, che ti annebbia la vista, che cerca di sottomettere l’animo alla
fatica. È una
gara che non può essere assolutamente improvvisata, è necessario un allenamento
costante che consenta all’atleta da una parte di raggiungere un equilibrio
perfetto nella proprio corsa, sviluppando insieme velocità, resistenza e ritmo,
e dall’altra di raggiungere un equilibrio psico-fisico tale da saper reagire a
tutti gli inconvenienti dell’acido lattico: il mio allenatore mi diceva
continuamente una frase molto importante, che ben rende le difficoltà a cui
andavo incontro, e cioè che quando l’acido lattico entrava in gioco per
frenarmi, io dovevo lottare, quasi a volerlo prendere “a pugni”.
Ebbene,
il percorso fin qui tracciato da Civico 22 e dal nostro candidato sindaco
Angelo Moretti mi ha fatto proprio tornare con il pensiero all’esperienza di un
quattrocentista: è la metafora perfetta di chi si allena duramente per un
obiettivo difficile, che sa di dover soffrire per raggiungerlo, che subisce
anche infortuni e incidenti di percorso – rialzandosi nonostante l’amarezza –, e
che ora è lì, con l’umiltà di chi è conscio della propria forza. Sui blocchi di
partenza qualche volta tremano le gambe, perché magari si ha paura delle folate
di vento contrario che si possono incontrare lungo il percorso o perché gli
avversari hanno più esperienza di te e possono approfittare di ogni tua
incertezza, però quando lo starter spara bisogna pensare solo a sé stessi e a trasformare
in corsa veloce e redditizia ciò che si è costruito in mesi e anni di
allenamenti.
E
allora forza ragazzi, facciamo nostro questo giro di pista e che diventi per
Benevento il giro della rinascita!
È un articolo che racconta con grande sensibilità e visione lo spirito di Civico22. Complimenti
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